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To invisibility cloaksMantelli per l’invisibilità

To invisibility cloaksMantelli per l’invisibilità

Mantello invisibile

The Harry Potter invisibility cloaks are nearer to become real and for the first time an experiment conducted in Britain opens up the possibility of a future large-scale production. Described in the journal Nature Communications and received the University of Cambridge, the method allows the production of invisibility materials in quantities much higher than that so far it was possible to achieve with current techniques.

” We have achieved this level of control of the structures that had been hitherto impossible to achieve, and this paves the way for a large number of practical applications,” observes one of the authors of the research, Ventsislav Valev.

The experiment allowed to obtain strings of gold particles ‘stitched’ together in an ordered structure thanks to the light. The resulting structure is such that the material is able to control the way in which light passes through them.

The key invisibility is in fact in the way in which light interacts with a material. Under normal conditions, when light strikes a surface can be absorbed or reflected and this is what allows you to see an object. These rules no longer apply in the world of materials that belong to the world of nanotechnology, the size of a few billionths of a meter. These materials can control the way in which light interacts with them; in other words, a metamaterial can refract the light in the way ‘wrong’, thus making an invisible object, or making it look like something different.

I mantelli dell’invisibilità di Harry Potter sono più vicini a diventare reali e per la prima volta un esperimento condotto in Gran Bretagna apre la possibilità futura di una produzione su larga scala. Descritto sulla rivista Nature Communications e ottenuto nell’università di Cambridge, il metodo permette di produrre i materiali dell’invisibilità in quantità molto superiori a quelle che finora era possibile ottenere con le attuali tecniche.

”Abbiamo ottenuto un tale livello di controllo delle strutture che finora era stato impossibile raggiungere e questo apre la strada ad un ampio numero di applicazioni pratiche”, osserva uno degli autori della ricerca, Ventsislav Valev.

L’esperimento ha permesso di ottenere stringhe di particelle d’oro ‘cucite’ fra loro in una struttura ordinata grazie alla luce. La struttura che ne risulta è tale che il materiale riesce a controllare il modo in cui la luce li attraversa.

La chiave dell’invisibilità è infatti nel modo in cui la luce interagisce con un materiale. In condizioni normali, quando la luce colpisce una superficie può essere assorbita o riflessa e questo è ciò che permette di vedere un oggetto. Queste regole non valgono più nel mondo dei materiali che appartengono al mondo della nanotecnologie, dalle dimensioni di pochi miliardesimi di metro. Questi materiali possono controllare il modo in cui la luce interagisce con essi; in altre parole, un metamateriale può rifrangere la luce nel modo ‘sbagliato’, rendendo così un oggetto invisibile oppure facendolo sembrare qualcosa di diverso.