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La soluzione arriva dalla natura

La soluzione arriva dalla natura

Funghi

Suoli contaminati e diossina: un fungo ci salverà?

 

I funghi possono essere sfruttati per bonificare il  terreno inquinato anche dalla diossina che non può essere ripulito con il compostaggio tradizionale. E’ quanto ha scoperto la finlandese Erika Winquist, che partecipa al Degree Programme in Information Technology – M.Sc. (Tech.), e che ha poi presentato la ricerca “The potential of ligninolytic fungi in bioremediation of contaminated soils” alla  Alto University School of Chemical Technology.

I terreni che sono inquinati da sostanze organiche come gli oli, possono essere trattati mediante compostaggio che però non è efficace contro molti altri inquinanti organici come gli idrocarburi poliaromatici e le diossine. «Il suolo inquinato con altri inquinanti organici rappresenta il 45% del suolo contaminato escavato. I composti si trovano in aree nelle quali svolge taglio e nelle zone in cui ci cono distribuzione di carburanti, trattamento dei rifiuti e vari tipi di industria», spiega la Winquist.

Nella sola Finlandia, nel  2005 e  2006, sono state trasportate nelle discariche ed in altri impianti di trattamento quasi 3 milioni di tonnellate di terreno di scavo contaminato. La maggior parte è stato conferito in discariche che lo accettano per realizzare strutture sul posto o per le nuove discariche.

La Winquist sottolinea: «Sarebbe una pratica più sostenibile ripulire il terreno inquinato piuttosto che portarlo ad una discarica. Tuttavia, al momento la messa in discarica è troppo facile ed economico. Inoltre, esiste un utilizzo limitato di altri metodi. Per esempio, bruciando il terreno ad alta temperatura (oltre 1 000 gradi) in un inceneritore si distrugge gli inquinanti organici, ma il processo è costoso e in Finlandia non c’è sufficiente capacità di incenerimento per trattare tutto il terreno che richiederebbe di essere bruciato. I funghi possono essere utilizzati per espandere “bioremediation” per la distruzione degli inquinanti organici più persistenti».

I funghi vengono coltivati ​​su corteccia di pino. La loro crescita richiede  4 – 6 settimane. La bonifica con l’utilizzo di funghi avviene in un impianto di trattamento cui viene consentito ai miceli dei funghi del marciume bianco Trametes versicolor,  una specie molto diffusa in Europa e nel resto del mondo,  di crescere sul  terreno inquinato.

In natura i funghi del marciume bianco prosperano sul legno e mano a mano che crescono nel terreno inquinato abbattono i composti inquinanti con sostanze come la lignina. I terreni esaminati provengono da vecchi siti di segherie che sono stati contaminati da idrocarburi policiclici aromatici (composti IPA o Pah) e diossine. Nei test di laboratorio, i migliori risultati hanno mostrato il 96% di composti Ipa ed il 64% delle diossine sono stati degradati in tre mesi.

La scoperta apre nuove possibilità per la bonifica a basso costo dei terreni contaminati, che sono diffusi sui siti industriali ed ex- industriali, d esempio impianti di gassificazione del carbone, segherie, impianti di trattamento del legno, centri di trasformazione dei rifiuti e depositi di carburante.

La ricerca è stata condotta in collaborazione con l’Università di Helsinki e con il Finnish Environment Institute, a finanziarla è stato il programma Symbio gestito da Tekes, Finnish Funding Agency for Technology and Innovation e le imprese che lavorano con il programma. La ricerca sulle applicazioni ambientali di funghi continua all’università di Helsinki e la Ekokem Oy, una delle aziende coinvolte nella ricerca, ha acquisito i diritti per il metodo di utilizzo di funghi per la bonifica.

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