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Cancer, eating too much and badly nourished themTumori, mangiando troppo e male li nutriamo

Cancer, eating too much and badly nourished themTumori, mangiando troppo e male li nutriamo

Cancro

Eating `benzina’ give to our body, but also nourish the cancer cells. As well as the good cells, in fact, also the bad feature `antenne’ which have the function of capturing hormones and nutrients. It ‘s about these `interruttori’, able to turn on or off the expression of genes in the DNA, a series of studies weblog Italian Association for Cancer Research is focusing to defeat cancer. Antonio Moschetta scientist AIRC, speaks today in Venice during the Tenth World Conference on `The Future of Science’, organized every year by the Umberto Veronesi Foundation, the Silvio Tronchetti Provera and the Giorgio Cini. A three days which closes tomorrow, dedicated to fighting hunger in the world but also to the relationship between diet, nutrition `malata’ and development of diseases. `Obesity and cancer: the link between nutrients, hormones, genes and metabolismo’ is the theme of the lecture Moschetta, Associate Professor of Internal Medicine at the University of Bari Aldo` Moro’. For the results obtained in the study of metabolic pathways of fats and their correlation with the metabolic syndrome and cancer, the researcher received in June, the `Richard E. Weitzman Award’ of the American Society of Endocrinology. “Some epidemiological studies – remember – indicate that the rise in obesity and the metabolic syndrome, physical inactivity and prolonged and evening of food with high glycemic index have made us more prone to developing cancer.” In other words, “eating nourish cancer cells and we foster the growth.” Abandonment of the Mediterranean diet is less sustainable in times of crisis, life and lazy meal times always moved forward. “Major changes in our eating habits and lifestyle – looking Moschetta – have contributed to our current higher susceptibility to the onset of various types of cancers, most notably those of breast and colorectal cancer. But it is becoming increasingly clear bond with those of the prostate, ovary, pancreas, liver, kidneys and even the brain. A key reason is that we provide to cancer the opportunity to grow faster because we provide the `benzina’ you’ll need: glucose for energy and insulin to proliferate.” And if in everyday life we can all help fight cancer at the table, in research laboratories the same concept inspires new avenues in the fight against cancer. “The research on the molecular and biochemical factors responsible for a large number of tumors give special attention to the energy metabolism of cancer cells,” continues the scientist AIRC. “The fundamental characteristic of these cells – explains – is the ability to support a chronic proliferation that requires adjustments of energy metabolism to fuel the growth and cell division.” How to interfere with this mechanism? “Several nutrients and hormones – says Moschetta – help to change the ability of cell proliferation. Also play an essential role in regulating the metabolic pathways can create a favorable microenvironment that allows cancer cells to express their aggressive phenotype. The most urgent question is how to modulate the ability of nutrients to alter the transcriptional program of the cells. “And here is the response of scientists AIRC: “Our lab – summarizes the researcher – is studying the molecular mechanisms that regulate the ability of nutrients to influence the evolution of cell phenotypes in normal and cancer through modulation of nuclear receptor signaling. Nuclear receptors are interesting proteins that bind to DNA and allow nutrients and hormones to turn on or off the transcription of a gene. Our goal, therefore, is to use the nuclear hormone receptors and nutrients as novel targets in cancer, especially in the types resulting from obesity and diseases related to metabolic syndrome. ”

Mangiando diamo `benzina´ al nostro corpo, ma alimentiamo anche le cellule del cancro. Così come le cellule buone, infatti, anche quelle cattive sono dotate di `antenne´ che hanno la funzione di captare ormoni e nutrienti. E’ proprio su questi `interruttori´, in grado di accendere o spegnere l’espressione dei geni nel Dna, che un filone di studi targato Associazione italiana per la ricerca sul cancro si sta concentrando per sconfiggere i tumori.

Antonio Moschetta, scienziato Airc, ne parla oggi a Venezia durante la X Conferenza mondiale `The Future of Science´, promossa come ogni anno dalle Fondazioni Umberto Veronesi, Silvio Tronchetti Provera e Giorgio Cini. Una 3 giorni che si chiude domani, dedicata alla lotta alla fame nel mondo ma anche alle relazioni fra dieta, alimentazione `malata´ e sviluppo di patologie. `Obesità e cancro: il legame tra nutrienti, ormoni, geni e metabolismo´ è il tema della lecture di Moschetta, professore associato di Medicina interna all’università di Bari `Aldo Moro´. Per i risultati ottenuti nello studio delle vie metaboliche dei grassi e della loro correlazione con sindrome metabolica e cancro, il ricercatore ha ricevuto nel giugno scorso il `Richard E. Weitzman Award´ della Società di endocrinologia americana. «Alcuni studi epidemiologici – ricorda – indicano che l’aumento dell’obesità e della sindrome metabolica, la sedentarietà e il consumo prolungato e serale di cibi ad alto indice glicemico ci abbiano resi più inclini allo sviluppo di tumori». In altre parole, «mangiando alimentiamo le cellule tumorali e ne favoriamo la proliferazione».

Abbandono della dieta mediterranea sempre meno sostenibile in tempi di crisi, vita più pigra e orari dei pasti spostati sempre in avanti. «Cambiamenti sostanziali delle nostre abitudini alimentari e dello stile di vita – osserva Moschetta – hanno contribuito alla nostra attuale maggiore suscettibilità all’insorgenza di vari tipi di tumori, primi fra tutti quelli di seno e colon retto. Ma appare sempre più evidente un legame anche con quelli di prostata, ovaio, pancreas, fegato, rene e persino cervello. Un motivo cruciale sta nel fatto che offriamo al cancro la possibilità di crescere più velocemente perché gli forniamo la `benzina´ di cui ha bisogno: glucosio per produrre energia e insulina per proliferare». E se nella vita quotidiana tutti noi possiamo contribuire a combattere il cancro a tavola, nei laboratori di ricerca lo stesso concetto ispira nuove strade nella lotta ai tumori. «Le ricerche sui fattori molecolari e biochimici responsabili di un vasto numero di tumori attribuiscono particolare attenzione al metabolismo energetico delle cellule tumorali», continua lo scienziato Airc.

«La caratteristica fondamentale di queste cellule – spiega – è la capacità di sostenere una proliferazione cronica che necessita di regolazioni del metabolismo energetico per alimentare la crescita e la divisione cellulare». Come interferire con questo meccanismo? «Vari nutrienti e ormoni – dice Moschetta – contribuiscono a modificare la capacità di proliferazione delle cellule. Inoltre svolgono un ruolo essenziale nel regolare le vie metaboliche in grado di creare un microambiente favorevole che consente alle cellule tumorali di esprimere il loro fenotipo aggressivo. La domanda più urgente è come modulare la capacità dei nutrienti di modificare il programma trascrizionale delle cellule». Ed ecco la risposta degli scienziati Airc: «Il nostro laboratorio – riassume il ricercatore – studia i meccanismi molecolari che regolano la capacità dei nutrienti di condizionare l’evoluzione delle cellule in fenotipi normali o neoplastici tramite la modulazione della segnalazione dei recettori nucleari. I recettori nucleari sono delle interessanti proteine che si legano al Dna e permettono a nutrienti e ormoni di accendere o spegnere la trascrizione di un gene. Il nostro obiettivo, dunque, è di utilizzare i recettori degli ormoni nucleari e dei nutrienti come nuovi bersagli nel tumore, specialmente nelle tipologie derivante da obesità e malattie legate a sindromi metaboliche».